El Tamiso condivide in pieno lo spirito e le rivendicazioni contenute nella lettera espressa dalle Reti di Economia Solidale in risposta ad una discutibile presa di posizione della Coop ad un decreto sulle liberalizzazioni che verrà discusso alla Camera Venerdì 23 Marzo. Di seguito il testo della lettera e il link per aderire.
Il decreto sulle liberalizzazioni, attualmente in attesa dell’esame alla Camera,
contiene l’art. 62 nel quale si stabilisce che le fatture per le merci alimentari
deperibili devono essere saldate entro 30 gg., quelle relative a merci alimentari
non deperibili entro 60 gg.
Nel giornalino distribuito in questi giorni ai soci nei negozi COOP (Consumatori –
Marzo 2012 - pag. 11) compare un commento nel quale si afferma che questa
misura “nell’impostazione originaria non è che un regalo alle grandi
multinazionali e così non ha niente dello spirito liberale, è solo un’ingessatura e un
irrigidimento del mercato” ed ancora “nel confronto che abbiamo avuto in questi
giorni anche il mondo agricolo ha convenuto sulle nostre considerazioni”.
Da diversi anni anche il mondo dell’Economia Solidale (in esso in particolare i
Gruppi d’acquisto Solidali ed i Distretti di Economia Solidale) si interroga sui
processi di attuazione di una sovranità alimentare nei territori finalizzata ad un
accorciamento delle filiere, ad una difesa delle terre agricole e dell’integrità dei
suoli e delle falde, ad un riconoscimento dignitoso per il lavoro dei contadini, a
processi di certificazione della qualità co-partecipati da produttori e consumatori.
Ciò premesso, vorremmo osservare che:
1. il popolo dei ‘soci’ COOP è costituito da settori sociali ai quali anche l’economia solidale
rivolge le sue proposte;
2. la storia ed i valori da cui proviene COOP, le Società di Mutuo Soccorso di fine ‘800,
sono quegli stessi cui si richiamano le realtà dell’Economia Solidale, proponendo un
nuovo mutualismo;
3. I produttori, specialmente se piccoli o medi, sono attualmente in una condizione di
grande debolezza e dipendenza nei confronti della grande distribuzione che, forte del
suo peso, può imporre il prezzo, pagando poco e tardi;
4. Lo strangolamento dei produttori attiva lo sfruttamento dei lavoratori, spesso immigrati;
5. Se il mercato è formato da forti e da deboli, l'assenza di leggi non è libertà, ma licenza
al sopruso;
6. Vi sono paesi europei (ad empio la Francia) che già applicano i medesimi obblighi nei
pagamenti che il decreto liberalizzazioni introdurrebbe in Italia.
Visto e considerato quanto sopra, ci domandiamo:
Perché COOP, che si definisce corretta e riceve attestazioni di prestigio nell’ambito
dell’eticità (v. medesimo bollettino, pag. 22) è critica nei confronti del provvedimento,
uniformando la propria posizione con il resto della grande distribuzione che non si
comporta in modo corretto?
Perché COOP, che si dichiara difensore dei piccoli produttori si scaglia contro un
provvedimento che per una volta protegge i deboli contro i forti?
Se COOP si comporta correttamente, perché teme un provvedimento che non fa
nient'altro che obbligare tutti ad allinearsi a ciò che lei dice di fare già?
Possiamo conoscere con quali tempi COOP paga i suoi fornitori, in particolare quelli
locali?
Possiamo conoscere chi “del mondo agricolo ha convenuto sulle... considerazioni” di
COOP?
A noi sembra che un'impresa che si dichiara etica, come asserisce COOP, deve essere felice
quando la legge interviene per garantire i diritti dei deboli. Non dovrebbe rimanere dunque nel
coro della grande distribuzione, ma allearsi con i piccoli produttori per sostenere il
provvedimento già approvato al Senato.
13 marzo 2012 -- Primi firmatari:
Sergio Venezia, Francesco Gesualdi, Antonio Perna, Andrea di Stefano, Amalia Navoni, Sandra
Cangemi, Ersilia Monti, Roberto Cuda, Franco Zecchinato, Davide Biolghini, Matteo Sandon,
Bruno Sebastianelli, Giuseppe Vergani, Vincenzo Vasciaveo
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