La nostra Cooperativa è associata a Confagricoltura Padova da molti anni, non tanto per motivazioni di carattere “ideologico” o di schieramento (da sempre c’è sempre stato qualcuno che ci faceva osservare la potenziale contraddizione), quanto per la buona qualità dei servizi tecnico/burocratici offerti e l’ottimo rapporto con la Direzione di Renzo Cavestro.
Ricordiamo anche che la Confagricoltura di Padova, e non solo, conta anche parecchi associati biologici, alcuni anche nostri soci; che il sottoscritto è stato anche membro del Direttivo provinciale con la precedente presidenza di Antonio Da Porto, degna persona e azienda pure biologica; che la medesima Organizzazione ci ha lealmente sostenuto in vari momenti, nella promozione del biologico locale e nelle rivendicazioni “biologiche” nei confronti della Regione Veneto; che più volte ci è stato ribadito l’orgoglio di avere El Tamiso tra i propri associati.
Ma tutto ciò non basta per poter convivere in un’Organizzazione nazionale che ha fatto dell’opzione transgenica una delle sue scelte politiche di punta, in presenza di tante ed elementari argomentazioni che confermano essere questo semplicemente un favore alle multinazionali della chimica, che si stanno appropriando della genetica agricola tramite la brevettazione ed il totale controllo delle sementi.
Un favore incomprensibile, che non riteniamo nell’interesse del modello agro-alimentare del nostro Paese, né tantomeno della sua agricoltura e dei suoi agricoltori.
Non è sufficiente adottare in questo caso il principio della “libertà” d’impresa e della coesistenza di opzioni diverse, semplicemente perché è evidente che la libertà di coltivare OGM impedisce pari libertà a chi OGM non lo vuole, quando addirittura non puo’ permettersi per legge la contaminazione, come nella nostra attività biologica.
E la contaminazione c’è, come è confermato dalle recenti coltivazioni “provocatorie” ed illegali, fatte in Friuli dai vari Dalla Libera e Fidenato, pubblicamente sostenute da Confagricoltura – che eleva a rango di pubblico relatore il sig. Dalla Libera.
Sarebbe stato anacronistico per noi, dichiararsi contrari ad un modello di sviluppo che non tiene conto del territorio nel quale si colloca ma costringe chi lo adotta a diventare schiavo dello stesso fornitore, in una logica distorta e antiliberale, e continuare nel rapporto associativo.
Al momento continueremo ad usufruire dei servizi di Confagricoltura, pur da non soci, e nel frattempo ci guarderemo intorno……. anche se il panorama non è particolarmente incoraggiante.
In proposito, i nostri soci faranno le loro autonome valutazione, noi siamo a disposizione.
Il presidente
Franco Zecchinato